Randy Rhoads è un nome che probabilmente dice poco o nulla alla maggior parte delle persone. Sono sicuro però che ci sono un po' di appassionati di Rock, soprattutto di "metal" che questo nome lo ricordano, o comunque ne hanno sentito parlare.
Ozzy Osbourne, beh, lui lo conoscono tutti, anche quelli che ascoltano Tiziano Ferro, per il suo glorioso passato nei Black Sabbath o ahimè... per il suo presente nel reality "The Osbournes" di MTV.
Nel mezzo del cammin che va dai Sabbath agli Osbournes, nei primi anni '80 (epoca in cui i grandi brutti e cattivi del rock erano al tramonto e i belli e buoni alla Duran Duran iniziavano a furoreggiare), Ozzy inizia la sua carriera solista (dopo la separazione dai Sabbath) con un gruppo di musicisti tra i quali spicca alla chitarra un ragazzo poco più che ventenne: Randy Rhoads. Ozzy ha sempre avuto fiuto per i musicisti bravi, e strappò questo ragazzino ai Quiet Riot (Randy figura nei primi due dischi della band) facendone maturare tutto il talento.
Randy Rhoads nella sua purtroppo breve carriera (morì nel 1982, a 26 anni in circostanze a dir poco rocambolesche, proprio durante un tour con Ozzy) ha regalato al mondo grandi pagine di musica, scritte nei dischi (due più uno postumo) prodotti con Ozzy: "Blizzard of Ozz", "Diary of a Madman" e "Tribute" (del 1987, un live dove si sente il grandissimo sound di Randy dal vivo).
Randy Rhoads secondo me suonava già come tutti i velocisti ultramoderni (primo fra tutti il "capostipite" Eddie Van Halen, con il quale viene sempre messo a confronto) ma conservava il feeling e la passione dei chitarristi dei '70, insomma un binomio tecnica-ispirazione genuina, difficile da trovare.
Cercate di non fare caso alle pose da macho e alla messa in piega del bassista e guardate questo filmato, uno dei pochi con RR. Si tratta di una specie di soundcheck, nel quale il feeling e il modo di suonare di Randy escono fuori alla grande (mentre Ozzy non je la poteva fa... secondo me era un po' bevuto).
martedì 2 settembre 2008
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