domenica 12 febbraio 2012

Addio Whitney

Stanotte è morta a soli 48 anni un'altra star il cui successo (sicuramente meritato, era una persona di grandi doti e grande talento) ha forse rappresentato un modo per non affrontare altri problemi della propria vita. Ci vuole poco a paragonare il caso di Whitney, morta per cause ancora non ben identificate, a quello di Michael Jackson, il cui decesso ancora è un caso lontano dall'essere completamente risolto (se mai lo sarà).
In entrambi questi casi, come in tanti altri, il grande successo arrivato da giovani (che porta all'overdose di soldi e fama) sicuramente annebbia, confonde e nasconde i propri problemi e le proprie fragilità.
Whitney Houston era da non poco tempo in lotta per uscire dalla droga e per dare un senso alla propria vita che, tra relazioni fallite e una parabola discendente sul piano artistico, sembrava essere davvero in salita.

Una delle sue canzoni più famose, "The greatest love of all", diceva "E' facile trovare il più grande amore del mondo / Imparare ad amare te stesso è il più grande amore del mondo", il testo di questa canzone mi è sempre sembrato autobiografico, anche quando esprimeva posizioni di forza e di fiducia in sé "Ho deciso molto tempo fa di non camminare all'ombra di qualcun altro / Se fallisco o se ho successo, alla fine ho vissuto come ho voluto". Ha vissuto come ha voluto la nostra Whitney e non all'ombra di altri personaggi (era la cugina di Dionne Warwick, ma la cosa non è stata mai di primo piano nel suo successo), ma gli ultimi difficili anni della sua vita forse ci hanno svelato che non aveva imparato del tutto ad amare sé stessa.

C'è una canzone di Whitney che, sia musicalmente, sia per atmosfera, è da anni la mia preferita: "Saving all my love for you". Questo è il video, che ci mostra una giovanissima e brillante Whitney, in un'interpretazione che rimarrà nella storia della musica.

 
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