lunedì 18 maggio 2009

Leggendo un libro del Dr. Sacks... (i musicisti ciechi)

L'immagine del musicista o del poeta cieco ha un'aura quasi mitica, come se gli dèi avessero concesso a costoro il dono della musica o della poesia per compensare il senso della vista di cui li avevano privati. Musicisti e bardi ciechi hanno avuto un ruolo particolare in molte culture, nelle vesti ora di menestrelli erranti, ora di artisti di corte o cantori religiosi. Per secoli, nelle chiese europee vi fu una tradizione di organisti ciechi. Molti sono i musicisti ciechi, soprattutto (anche se non esclusivamente) nel mondo del gospel, del blues e del jazz: Stevie Wonder, Ray Charles, Art Tatum, José Feliciano, Rahsaan Roland Kirk e Doc Watson, solo per fare alcuni nomi. Molti di questi artisti, anzi, hanno aggiunto «Blind» - il cieco - al proprio nome, quasi fosse un titolo onorifico: Blind Lemon Jefferson, The Blind Boys of Alabama, Blind Willie McTell, Blind Willie Johnson. In parte, l'abitudine di indirizzare i non vedenti verso professioni musicali è un fenomeno sociale, giacché era percezione comune che i ciechi fossero tagliati fuori da molte altre occupazioni. A questo impulso sociale corrispondono però potenti risorse interiori. I bambini ciechi spesso parlano precocemente e sviluppano un'inconsueta memoria verbale; allo stesso modo, molti di loro sono attratti dalla musica e motivati a farne il centro della propria vita.

Questo brano tratto dal bellissimo libro "Musicofilia" di Oliver Sacks, oltre a farci riflettere sul rapporto tra i non vedenti e la musica (dal passato fino ad oggi), ci da qualche riscontro "scientifico" per comprendere la forza e l'intensità che queste persone riescono a trasmetterci attraverso la loro musica.
Personalmente trovo che la musica di alcuni artisti ciechi abbia una ricchezza ed una completezza sonore che diventano palpabili; sento nei loro arrangiamenti una capacità di "riempire lo spazio" che è, indubbiamente, anche frutto della loro maggiore sensibilità uditiva.
Nonostante io sia particolarmente appassionato della musica di gente come Stevie Wonder (chi segue questo blog forse lo ha intuito...), Ray Charles e di vari artisti ciechi del blues "d'epoca"... non mi ero mai soffermato a riflettere su questa "densità" di musicisti non vedenti proprio nella musica "nera" e mi chiedo il perché proprio nel jazz, nel blues e nel gospel così tanti talenti ciechi... chissà forse il Dr. Sacks ce lo spiegherà nel suo prossimo libro!

Questo è l'indimenticabile Ray Charles nella sua "Hallelujah I Love Her So".

1 commento:

Anonimo ha detto...

ha degli spunti buoni questo articolo....mi è servito..grazie..

 
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