Un altro grande che ci lascia e che, come i vari Battisti, De André, Bindi, Lauzi (solo per citarne alcuni), lascia dietro di se un vuoto artistico che difficilmente gli attuali "big" della canzone nostrana riusciranno a colmare.
La sua attitudine a non prendersi mai sul serio, la sua libertà di spaziare tra i vari generi musicali (è arrivato persino a musicare la Tosca), le sue immense capacità di sperimentare e di duettare con chiunque, ne fanno un caso pressoché unico nel nostro panorama nazionale. C'è bisogno di andare in Inghilterra per trovare un personaggio come Reginald Kenneth Dwight che, con il nome d'arte di Elton John, esprime da oltre 40 anni uno stile fatto di autoironia, anticonformismo e capacità compositive, musicali ed esecutive paragonabile a quello del grande Lucio.
Le parole e la musica delle canzoni di Lucio rimarranno a lungo con noi, nella loro semplicità allo stesso tempo sofisticata: "Caro amico ti scrivo", "A modo mio, avrei bisogno di carezze anch'io", "se io fossi un angelo, non starei mai nelle processioni", come si fa a citarle tutte...
Questa è "Piazza Grande", la canzone in cui Lucio si racconta, un po' come la "My way" di Frank Sinatra. Buon compleanno, dovunque tu sia ora.
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