domenica 5 giugno 2011

L'arca della musica anni '80: cosa c'è da salvare?

Gli anni '50, '60 e '70 sono stati tre decenni di grandissima innovazione musicale. Il rock è nato nei '50; i '60 ci hanno portato i Beatles, gli Stones, Woodstock e Hendrix (solo per citare due cose...); i '70 ci hanno fatto conoscere il rock più duro ma anche il progressive e il Jazz-Rock.
Cos'è successo dopo? è nato il "new romantic", il "dark"? Che peso dare a cose musicalmente anche di buona qualità, a forza messe nel calderone "grunge" degli anni '90? Direi che rispetto ai fenomeni storici dei decenni 50-60-70, abbiamo visto veramente poco.
Gli anni '80 in particolare sono stati, sul piano musicale, il decennio del crollo verticale per la musica, da tutti i punti di vista, dopo tre decenni caratterizzati da un fantastico crescendo (se possibile i sessanta sono stati più entusiasmanti dei cinquanta... e i settanta ancor più esplosivi).

Negli eighties la musica ha avuto una involuzione tecnica, creativa, stilistica rispetto al decennio precedente. Cose di qualità ci sono state, ma in singoli artisti o gruppi e comunque in singoli "episodi". Belle canzoni che passeranno alla storia, ma non passeranno alla storia i loro interpreti... tranne forse pochissime eccezioni. "Drive" la stupenda canzone dei Cars (qualcuno se li ricorda?) un pezzo che ancora oggi si ascolta dovunque ne è un esempio rappresentativo.
Se mi chiedessero di dare una definizione rapida degli anni anni '80, direi che sono stati il decennio delle sostituzioni: l'elettronica che sostituisce il musicista, l'immagine che sostituisce l'ascolto, la casa discografica che sostituisce i dj radiofonici nel decidere i brani da mandare in onda, etc... Una deriva verso la musica non suonata, verso la musica vista nei video più che ascoltata, verso la musica trasmessa perché qualcuno ci ha investito sopra dei soldi e deve rientrare dell'investimento...

Non voglio però cadere in una pericolosa generalizzazione. I Cure, i Depeche Mode, gli U2, i Dire Straits e i Police (tra i gruppi a cavallo dei due decenni) sono musica degli anni '80, come lo sono i Jane's Addiction, i Faith No More o i Living Colour... e canzoni belle come "Through the barricades" sono uscite fuori anche da personaggi di non immenso valore come gli Spandau Ballet.
Nel bene e nel male un personaggio come Michael Jackson negli anni '80 ha scritto pagine di musica memorabili e altri animali da palcoscenico come Madonna sono ancora, meritatamente, sulla cresta dell'onda.
Le canzoni "meteora" degli anni '80 che popolano i miei ricordi dell'infanzia e della pre-adolescenza vanno da "Video Killed The Radio Star" dei Buggles (due personaggi che avevano militato persino negli Yes...) a "The Heat Of The Moment" degli Asia (uno dei supergruppi degli anni 80 fatto di mostri sacri degli anni '70), passando per "Eye In The Sky" degli Alan Parsons Project, "Time After Time" di Cindy Lauper e "Walking On Sunshine" di Katrina And The Waves. Un bel po' di frammenti che collego a momenti della mia vita, ma che musicalmente neanche si avvicinano alla musica grandiosa dei decenni precedenti, quella che ho scoperto quando ho cominciato a tornare (musicalmente) indietro nel tempo.

"Happy Circus" era una trasmissione pomeridiana dei primissimi anni '80, condotta da Sammy Barbot. La sigla iniziale era "Every Little Thing She Does Is Magic" dei Police, una delle band veramente innovative del decennio.

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